Roberto Bonfanti: gli ascolti di settembre 2025
- Roberto Bonfanti
- 1 set
- Tempo di lettura: 2 min

È un’estate anomala che sta scivolando via senza nemmeno un vero tormentone musicale. Non so se sia un bene o un male, per quanto su queste pagine non ci sia mai occupati di tormentoni, ma così è.
Un EP di due tracce pubblicato in pieno agosto, dopo otto anni di silenzio, senza nessuna promozione: sembra quasi una dichiarazione d’intenti, “Notturno/Estate” di Filippo Gatti. Due canzoni ricamate con quel folk intimo e trasognato, in un equilibrio di sonorità acustiche e minimalismi sintetici, che è da tempo il marchio di fabbrica dell’artista romano insieme alla sua scrittura sensibilissima e precisa. Un bel ritorno per un artista che rappresenta da sempre una perla preziosa del nostro panorama musicale.
Hanno una freschezza stuzzicante, i Blitz Company, ma anche la capacità di raccontare storie e sviscerare pensieri con un approccio solo in apparenza leggero. Il loro “Hai scelto di essere questo” si snoda attraverso nove canzoni dall’indole indie-punk, fra chitarre ruvide, melodie sbarazzine e una scrittura intrigante fatta di quotidianità e una sana disillusione stemperata da lampi di ironia intelligente.
È una sfida affascinante, quella che Mariano Deidda affronta con “Girgenti”: trasporre in forma canzone il pensiero e le parole di Pirandello. Nasce così un disco che, muovendosi con garbo fra musica d’autore e atmosfere da club jazz, riesce a proporre canzoni solide ed eleganti sotto ogni punto di vista che rimarcano ancora una volta la modernità e la forza della poetica del premio Nobel siciliano.
È un esordio che sembra galleggiare in una coltre di nebbia tanto fine quanto persistente, “La Maccaia” di Gaia Banfi. Un percorso musicale particolare in cui una componente autorale profondamente intimista diventa tutt’uno con una ricerca sonora eterea in cui ogni elemento appare sussurrato dando come risultato un album straniante in cui tutto sembra scorrere in un rallenty ipnotico.
È come salire su una macchina del tempo e ritrovarsi improvvisamente nei primi anni ‘70, ascoltare l’album eponimo degli Hora Prima: sette tracce di puro prog che abbracciano tutte le sfumature del genere e le ripropongono all’interno di un album dai toni epici che riesce però anche a gettare uno sguardo sul presente riflettendo, a livello lirico, sul rapporto fra tecnologia ed elemento umano.
C’è, fin dal titolo, uno spirito operaio ad animare “Hoperaio, vivere o morire” di Veider Bre. Un album rap vecchio stile che punta dritto al sodo fra frammenti taglienti di vita, riflessioni personali, malinconie asfissianti, rabbia sociale, metafore calcistiche e lampi di sarcasmo. Un lavoro dai toni scuri e privo di pose, stracolmo di amarezza ma anche di voglia di riscatto e di qualche pizzico di sana strafottenza.
Roberto Bonfanti [scrittore] www.robertobonfanti.com
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