È un autunno bizzarro. Molti di coloro che in tempi nemmeno lontani hanno vestito la divisa dei pompieri tornano a farsi fotografie in cui fingono di giocare con i fiammiferi. I seminatori d’odio non smettono di fare il loro lavoro in modo sempre più grottesco. I signori del potere ormai non fanno nemmeno più finta di cercare giustificazioni e continuano a spingere verso l’inasprimento di ogni conflitto. E sembra sia sempre solo l’inizio. Noi comunque continuiamo a parlare di musica e suggerire qualche bel disco recente.
È un universo musicale moderno e stratificato, quello ricreato da “Ero” dei Discoverland, il progetto nato dalle menti di Pier Cortese e Roberto Angelini. Un lavoro estremamente libero e ombroso in cui la canzone d’autore più intima incontra l’elettronica più destrutturata per abbandonarsi a un viaggio umano e sonoro ricco di suggestioni, contaminazioni, immagini spirituali, fascinazioni orientali e riflessioni profonde.
C’è un soffio di sottile malinconia da fine estate anni ’80 alle radici di “5”, l’EP d’esordio de Le Nozze Chimiche che esplora la tematica del viaggio. Cinque canzoni dall’anima pop d’autore e dalle sonorità sintetiche, confezionate con la complicità di Fabrizio Massara (ex Baustelle), che trovano un intrigante equilibrio fra immediatezza, leggerezza, indole riflessiva, nostalgia e introspezione.
Accantonano per un attimo il loro lato più sperimentale, I Rumori Di Via Silvio Pellico, e nel nuovo EP “Il mondo era grande” lasciano campo libero alla voce narrante di Stefano Ricca che, accompagnata da chitarre spigolose e sonorità minimali, snocciola cinque racconti che esplorano le età di passaggio della vita umana confezionando così un lavoro molto particolare e un intrigante insieme di pensieri.
Sa usare le parole dosando con cura delicatezza, malinconia e lampi di ironia, Nino Scaffidi, e nel suo album d’esordio “A un pesce che esce” questa sua caratteristica viene amplificata da arrangiamenti acustici molto puliti ma al tempo stesso eleganti che ben si sposano con le sue canzoni sottili, venate di folk intimo e canzone d’autore dalle atmosfere trasognate, che richiedono di essere scoperte con lentezza.
È un caleidoscopio sonoro in cui si mischiano new-wave, kraut rock, psichedelia e space rock, “PsychoDreamElectroGaze” di Bear Of Bombay. Un progetto dall’approccio internazionale che dalle tante influenze assimilate riesce a ricavare un suono compatto, straniante e crepuscolare fortemente venato di atmosfere anni ’80 che trascinano l’ascoltatore in un irrequieto viaggio psichedelico.
Roberto Bonfanti [scrittore] www.robertobonfanti.com
留言