top of page

Roberto Bonfanti: gli ascolti di marzo 2025

Immagine del redattore: Roberto BonfantiRoberto Bonfanti

Probabilmente molti ancora non lo sanno ma da pochi mesi questa rubrica è diventata anche una playlist su Spotify. Si chiama semplicemente “Gli ascolti di Roberto Bonfanti“ e al momento contiene qualche assaggio della musica di cui si è parlato negli ultimi mesi su queste pagine, ma ovviamente continuerà ad alimentarsi nel corso del tempo con tante altre nuove proposte. Dunque, anche in questo marzo che segna la fine di un inverno lungo, gelido e senza neve, torniamo a consigliare qualche bel disco recente.

Sei brani che si ispirano alle diverse forme d’arte e che, attraverso un approccio particolarissimo che parte da un rap inusuale pieno di riferimenti “alti” e di scelte sonore di gran gusto, costruisce un percorso emotivo capace di fondere in modo affascinante linguaggi apparentemente lontani fra loro: questo è “Le belle arti – Sinfonie d’autore” di Specch!io. Un progetto interessante in cui la parola "cultura" non è solo un orpello.

È un rock d’autore intimo, dalle atmosfere ombrose e dalle sonorità venate di sfumature urbane, quello proposto da “Maestrale” di Malecherifarei. Un percorso musicale colmo di malinconie, slanci poetici e riflessioni personali che si innestano su un suono in cui l’approccio chitarristico non rinuncia alla contemporaneità creando paesaggi sonori struggenti in equilibrio fra passato e modernità.

Spicca per l’ironia caustica e l’approccio irriverente che si fondono con l’esigenza di cantare in modo disincantato le sconfitte di un'intera generazione, Bandit, e anche nel nuovo album intitolato “Grigia” non smentisce quella che è la sua bandiera. Sette canzoni brillanti in cui la canzone d’autore più vivace incontra una narrazione che strappa sorrisi ma lascia nelle vene un piacevole gusto agrodolce.

Ha un’indole esistenziale e un retrogusto ruvido che sembrano delineare una sorta di “post grunge d’autore” dalle sonorità indie, “Basta che sia fuori città”, il nuovo EP di Luca Coi Baffi. Un lavoro che gioca su un senso di inquietudine sottile grazie anche al contrasto fra gli arrangiamenti minimali a bassa fedeltà da cantautore "da cameretta" e l’indole post-punk che emerge in controluce fra le pieghe delle canzoni.

Ridà smalto con eleganza alle sonorità e all’approccio dell’indie-pop più ricercato di inizio millennio, “Gala”, il primo album firmato dai Pop Véronique. Un lavoro suadente e a tratti ipnotico, fatto di melodie dall’anima pop d’autore, atmosfere notturne, sprazzi di malinconia e suoni sintetici che si intrecciano con sonorità elettriche per comporre scenari sognanti ma al tempo stesso estremamente concreti.

Avrebbe trovato la propria naturale collocazione nella scena alternative-pop monzese di fine anni ’90 accanto a band come i Bluvertigo o i Soerba, “Singolarità nuda” di Cosimo Bianciardi & Intima PsicoTensione. Dieci canzoni che spaziano fra electro-pop, aperture rock, momenti cantautorali e richiami new-wave mettendo in luce una scrittura brillante fatta di metafore scientifiche e momenti riflessivi.

È un impasto di folk, danze sabbatiche, schizofrenia burtoniana, atmosfre gotiche, slanci punkeggianti, parentesi mistiche dilatate, incursioni nel blues più viscerale e leggende popolari, “Raise”, il nuovo album di Elli De Mon cantato interamente in dialetto vicentino. Un lavoro straripante ed estremamente personale che sembra quasi creare un ponte fra il profondo Veneto e il delta del Mississipi.

Puntano dritto al sodo e non fanno prigionieri, i Cowards, con il loro “God hates the cowards”. Nove tracce di puro rock-noise denso di rabbia, malessere esistenziale, inquietudini post-punk e slanci post-grunge che, come un’autentica macchina da guerra sonora, travolgono tutto ciò che incontrano sul loro cammino a suon di chitarre distorte, ritmiche massicce e atmosfere claustrofobiche. 

 

 

Roberto Bonfanti [scrittore] www.robertobonfanti.com


Comments


bottom of page