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Merlene Kuntz concerto a Milano: articolo di Stefano Attuario

francescocaprini

Marlene Kuntz.  ft Stefano Attuario
Marlene Kuntz. ft Stefano Attuario

  Il 13 Maggio del 1994 usciva “Catartica” disco d’esordio dei Marlene Kuntz, un album che aveva rappresentato qualcosa di unico, un'esplosione di pura energia con testi meravigliosi, che ha definito il suono del rock alternativo degli anni ’90. In un'intervista sul Il Giornale, Godano sottolinea il sogno di realizzare il disco, dopo anni di cantina e gavetta, e di essere orgoglioso di essere riuscito a trasformare questa passione in ciò di cui si è occupato nella vita, consapevole che provare a fare i musicisti rock in Italia a 27/28 anni non era cosa facile, eppure con abnegazione e passione il risultato è un motivo di orgoglio. 30 anni dopo con il tour celebrativo di Catartica (dedicato a Luca Bergia), i Marlene Kuntz mostrano tenerezza e orgoglio per questo album, aprendosi come sempre con intimità, complicità, cercando gli sguardi, il contatto, con il proprio pubblico che fedele risponde presente alle date del tour nei club che permettono di avere questa complicità condivisa.

A Milano, ultima data del tour, ci si poteva immergere in questa intimità, visitando una mostra fotografica di alcuni scatti salienti del tour a cura di Michele Piazza, fino ad incontrare la band al completo per il firmacopie, dimostrazione dell’affetto nei confronti dei loro fans.

Ore 21.00 Il palco e le luci immergono il pubblico nel mondo Catartica, il rosso ha il predominio su tutto, ed ecco i Marlene Kuntz..Trasudamerica, il primo brano in scaletta, travolge il pubblico, un muro di suoni, di chitarre, basso, e batteria, aprono la serata. La voce dei presenti si unisce a quella di Cristiano, complici in un grido liberatorio. La band è il pubblico si muovono all’unisono creando un'atmosfera di partecipazione collettiva per questa “Ultima festa Del Cazzo”.

In scaletta Canzone di domani, Ineluttabile, Lieve, Ape Regina, Festa Mesta, Nuotando nell’Aria e ovviamente Sonica, non potevano mancare, ma soprattutto hanno fatto parte di un momento celebrativo giustamente onorato. La band come sempre è in forma, l’energia, i suoni non mostrano i segni del tempo anzi c’è un detto che dice che il buon vino più invecchia più è buono, ma nulla eguaglia la gioia di chi beve, se non la gioia del vino di essere bevuto. Catartica ne è la dimostrazione, è un ottimo vino che è assaporato ancora oggi.

Grazie Marlene Kuntz di averci offerto quest’ultimo calice.

 

Stefano Attuario

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