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"Memorie di un sonatore di basso" di Gianni Maroccolo - articolo di Roberto Bonfanti

  • Immagine del redattore: Roberto Bonfanti
    Roberto Bonfanti
  • 24 giu
  • Tempo di lettura: 2 min

La prima volta che mi è capitato di intervistare Gianni Maroccolo era il 2004. Eravamo nel backstage della data milanese del Tora! Tora! Festival all’ex Paolo Pini e ricordo una piacevolissima conversazione che partì da “D’anime e d’animali” dei PGR e dal suo “A.C.A.U.”, entrambi usciti da poco, per poi toccare diversi altri argomenti. L’ultima volta che mi è successo di avere direttamente a che fare con lui è stato invece un paio di anni fa, con una video-chiacchierata online per conto di Rock Targato Italia che è ancora visibile su YouTube. In entrambe le occasioni le interviste hanno superato abbondantemente i tre quarti d’ora di durata e l’impressione, al di là dell’enorme spessore artistico e storico del personaggio, è stata quella di trovarmi di fronte una persona dall’umiltà spiazzante capace di raccontarsi in modo genuino, generoso e decisamente affascinante.


Leggendo Memorie di un sonatore di basso, il libro di pensieri e ricordi di Gianni Maroccolo uscito da poco per Libri Aparte parallelamente a Il sonatore di basso (che contiene invece le tablature delle linee di basso di 104 fra le canzoni più significative del suo percorso), ho avuto la stessa identica sensazione di quelle due chiacchierate, e probabilmente è proprio questo il punto forte del progetto. Si tratta di un libro in cui Maroccolo si racconta in modo garbato, senza filtri, con grande profondità e senza mai cadere nel banale o nell’autocelebrazione. Nessuna ricerca del gossip pruriginoso, nessuno scoop da sbandierare sui social, ma una serie interessantissima di riflessioni, curiosità e aneddoti sviscerati in modo estremamente pulito per andare a ricostruire il cammino artistico di uno dei musicisti che hanno inevitabilmente segnato gli ultimi quarant’anni di rock italiano ma ancora di più per esplorare l’animo di un essere umano dotato di una sensibilità rara e una coerenza granitica.


È, insomma, un gran bel lavoro, “Memorie di un suonatore di basso”: una lettura piacevolissima e una preziosa testimonianza del Gianni Maroccolo uomo e artista, oltretutto realizzata attraverso un crowfunding per rimarcare ancora una volta il fortissimo legame fra il musicista e il proprio pubblico.


Per chi se la fosse persa, qui è sempre disponibile l'intervista a Maroccolo realizzata da Rock Targato Italia un paio di anni fa:


Roberto Bonfanti [scrittore] www.robertobonfanti.com

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