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  • Immagine del redattoreFranco Sainini

Gli ascolti di novembre 2022

Districarsi nella selva delle uscite discografiche autunnali è un lavoro non da poco: un’impresa seconda forse solo alla ricerca di un grammo di verità minimamente rilevante fra le pagine di un qualsiasi giornale italiano, quanto a impegno richiesto. Anche se per fortuna con i dischi abbiamo molte più possibilità di ottenere qualche soddisfazione. Proviamo dunque anche in questo novembre più che mai confuso a proporre qualche ascolto interessante.

Manuel Agnelli esordisce come solista con “Ama il prossimo tuo come te stesso”: un album viscerale fatto di canzoni irregolari che non tradiscono l’immaginario artistico dei migliori Afterhours. Un disco pieno di inquietudini che, mischiando approccio rock abrasivo, toni enfatici, sguardo dolente e verve da cantautore oscuro, ci restituisce, dopo un lungo silenzio discografico, un artista in ottima forma.


È un disco rock d’autore nel senso più puro del termine, “Gli occhi aperti non vedono tutto” dei Màdrega. Un album fatto di brani che sanno di fumo, di asfalto e di whisky che scaricano sull’ascoltatore tonnellate di pensieri, fra momenti intimi di solitudine e uno sguardo caustico sul mondo circostante. Un lavoro diretto e notturno che sa toccare le giuste corde mettendo al centro della scena la sostanza e le canzoni.


C’è una poetica delicatissima e fragile alla base della musica di Roberto Casanovi. Un mondo fatto di atmosfere rarefatte e pochi suoni dilatati sui quali il cantautore lombardo sussurra piccole malinconie, lampi di poesia quotidiana e perle di intimismo andando a comporre, con il nuovo “Gli occhi di una preda”, un lavoro tanto intenso quanto solitario da gustare con la doverosa calma prendendosi una pausa da ogni cosa.


Deve amare giocare con l’elettronica in ogni sua sfumatura e costruire intrecci di pensieri intimi e riflessioni sulla vita, il ligure Theft Giacomo Grasso. Nasce così il suo EP d’esordio intitolato “Rivalsa”: cinque canzoni dalle sonorità spigolose che spesso si muovono ipnotiche come filastrocche casalinghe distorte che saltellano fra beat elettronici, echi anni ’80 e ’90 a bassa fedeltà e castelli di pensieri in costante fermento.


Suona come un viaggio che congiunge Napoli con l’Islanda passando per Bristol, il nuovo album di Meg. “Vesuvia” si presenta infatti come un disco in cui basi elettroniche dalle atmosfere ipnotiche che spaziano fra trip-hop e synth pop si impastano con la particolare voce dell’ex 99 Posse andando a comporre un cocktail sonoro urbano intrigante e moderno in cui momenti ballabili sanno fondersi con un pop più riflessivo.


Sono le parole, le melodie e il pianoforte, il cuore di “Piano piano” di Jack Anselmi: un ep di cinque brani (fra cui una cover) in cui l’artista milanese accarezza con garbo la canzone d’autore più classica, con il gusto di spaziare fra momenti più intimi e altri giocosi, fra aperture swing e parentesi di pura malinconia, rivestendo poi il tutto con arrangiamenti raffinati al centro dei quali spiccano sempre i tasti bianchi e neri.


Roberto Bonfanti [scrittore] www.robertobonfanti.com

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