Sono tempi tremendamente mutevoli, proprio come il mese di marzo: gli argomenti tabù diventano da un giorno all’altro vessilli agitati da chiunque; gli eroi nazionali si ritrovano in un lampo nella polvere; i “buoni” diventano in un istante “cattivi” e viceversa. Più che discutere di ognuno di questi mutamenti, sarebbe però interessante provare ad annusare l’aria per cercare di intuirne le ragioni profonde e la direzione in cui ci vogliono portare. In attesa di riuscirci, comunque, continuiamo a parlare di musica.
È un lavoro che parte dall’intimità di un piccolo spazio domestico ma spalanca una finestra su paesaggi sconfinati dalla grazia islandese, “Stanza” di Sara Parigi. Un album d’esordio raffinatissimo che, con la produzione artistica di Alessandro Fiori, miscela sonorità acustiche e suoni sintetici tessendo un pop d’autore personale fatto di senso di fragilità, riflessioni sussurrate, ritmiche ipnotiche e atmosfere stranianti.
Esordisce con un lavoro dal gusto aspro e spigoloso prodotto da Max Zanotti, Stefano Attuario. “Nemesi” è infatti un disco di pura new-wave d’autore, fra chitarre acide, atmosfere irrequiete, ombre anni ’80, approccio sfacciatamente rock e una scrittura amara che scava senza tregua nel torbido dell’animo umano fra momenti di disillusione e immagini evocative.
C’è una ventata di piacevole leggerezza nell’esordio di Roberto Cicogna. Una leggerezza che è però tutt’altro che sinonimo di banalità. “Saluti da Parì” ci presenta infatti un artista intelligente capace di sedersi al piano e ricamare canzoni genuine che scorrono su un ipotetico filo fra ironia e malinconia, con uno sguardo spesso giocoso ma per nulla scontato sulle piccole cose della vita.
Nato come una sorta di supergruppo formato da membri di band storiche dell’underground bergamasco, The Howling Orchestra giunge con “Blood” alla seconda prova discografica. Dieci canzoni che partono dal folk alternativo di matrice americana per snodarsi lungo un percorso ombroso e graffiante fatto di contaminazioni grunge, attitudine anni ’90, un sound compatto e una grande consapevolezza musicale.
È un equilibrio di chiaroscuri, “Cattedrali per principianti” dei Varanasi. Un disco guidato da sonorità chitarristiche limpide ma al tempo stesso graffianti che ondeggiano fra shoegaze e post-punk a cui si uniscono un gusto melodico a tratti sbarazzino e una naturale propensione alla malinconia andando a comporre un mosaico dal sapore alternative rock e dall'indole intimista.
Quattro canzoni in cui si rincorrono approccio lo-fi, indolenza post-punk, riflessi anni ’80, art-rock, desiderio di sperimentare, atmosfere ipnotiche e melodie che giocano a costruirsi e destrutturarsi di continuo: questa è la sintesi di “Canzoni MaledettEducate” di Al Vox. Un lavoro dallo spirito anarchico in cui l’artista ligure si muove in libertà fra frammenti di canzoni ombrose e sperimentazioni a bassa fedeltà.
“Staring At The Sun Before Goin’ Blind” del collettivo Oslo Tapes è un progetto dal respiro internazionale e difficilmente etichettabile. Otto brani in eterna evoluzione che, con la produzione artistica di Amaury Cambuzat, si muovono con piglio sicuro fra kraut rock, psichedelia pura, sonorità liquide, atmosfere irrequiete e ritmiche stranianti costruendo una serie di visioni sonore ipnotiche e personali.
Roberto Bonfanti [scrittore] www.robertobonfanti.com
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