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Immagine del redattoreRoberto Bonfanti

gli ascolti di dicembre 2023


C’è bisogno di qualche certezza, ogni tanto, per sopravvivere a questi tempi confusi in cui le uniche cose sicure sembrano essere le continue ondate anestetiche di indignazione a comando. Per fortuna almeno in ambito musicale qualche certezza autentica riesce ancora a sopravvivere e in quest’ultimo scampolo di 2023 sono usciti nel giro di poche settimane i nuovi album di alcuni artisti che rappresentano ormai da tempo dei nomi su cui si può sempre contare.


È un lavoro scavato con le unghie fra sonorità elettriche scarnificate e una poetica tanto cruda quanto potente che arriva a graffiare direttamente l’anima, il nuovo album di Lorenzo Del Pero intitolato “Nato del giorno dei morti”. Dieci canzoni che, fra invettive amare e momenti di intima disillusione, non fanno alcuna concessione alla facilità d’ascolto ma sanno colpire nel profondo per la sincera dolorosità di cui sono intrise.

Abrasivi, diretti e urticanti, i Bachi Da Pietra proseguono con “Accetta e continua” il loro nuovo corso all’insegna di un rock disturbante che riesce a raccontare i tempi che stiamo vivendo con uno sguardo tanto spietato e personale quanto denso di sarcasmo. Un lavoro che, ancora una volta, non fa sconti e passa sulle contraddizioni del tempo presente come un autentico carro armato sonoro dai cingoli distorti.

Ascoltare “L’irrilevanza del vero”, l’album all’interno del quale Pieralberto Valli ha scelto di trasporre le atmosfere del suo omonimo ultimo romanzo, è un’esperienza suggestiva. Un vero viaggio visionario sotto la guida di un’elettronica delicata ma straniante che ricrea atmosfere liquide e riesce a delineare i contorni di un universo futuristico in cui ogni dettaglio appare tanto vacuo quanto affascinante.

Con il nuovo album intitolato “Le cose cambiano” Massimo Pericolo torna a raccontare la provincia più decadente attraverso il suo rap dall’anima punk. Un lavoro colmo di vite ai margini e intriso fino al midollo del caratteristico stile del rapper varesino, con la sua poetica corrosiva e il suo sguardo disilluso e amaro, spesso persino nichilista, sulla realtà circostante e sull’animo dei protagonisti delle sue storie.

Sono, ormai da più di due decenni, maestri nel rinnovare la tradizione del miglior pop d’autore italiano con quell’immancabile retrogusto anni ’60, i Non Voglio Che Clara, e il loro nuovissimo album intitolato “MacKaye” non fa eccezione presentandoci un’affascinante carrellata di polaroid sonore sempre dense di eleganza e malinconia. Un disco che seduce con grazia e non tradisce minimamente la storia della band.

C’è un’eleganza estrema e una cura d’altri tempi per i dettagli, all’interno de “La mia falsa identità”, il nuovo doppio lavoro di Paolo Saporiti. Ben venti canzoni in cui si alternano momenti orchestrali, aperture elettriche e frangenti intimi mantenendo comunque una grande coerenza dettata dalla scrittura raffinata dell’autore, dal suo approccio mai banale e dalla sua voce sempre memorabile.



Roberto Bonfanti [scrittore] www.robertobonfanti.com

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