ULTIMO, SAN SIRO 7 LUGLIO 2025 - articolo di Alice Cantù
- aliceca03
- 8 lug
- Tempo di lettura: 3 min
Un concerto potente, per coloro che da sempre stanno dalla parte degli ultimi, per sentirsi primi.

Lunedì 7 luglio 2025, Milano.
Una coperta di nuvole grigie avvolge San Siro.
Le voci della folla si mescolano al rumore della pioggia, una pioggia che sembra quasi voler purificare tutto. Una di quelle piogge che, come le canzoni di Ultimo, ti lavano l’anima: portano via i pensieri, le preoccupazioni, le ansie.
Un lampo illumina il cielo proprio sopra lo stadio. È il segnale: il concerto sta per cominciare.
Il pubblico — una marea di puntini colorati — chiude gli ombrelli e si lascia andare completamente alla musica.
È una folla fedele, che si affida a lui per un viaggio dentro la propria vita, a ripercorrere sogni, a ritrovare il coraggio di non lasciarli andare.
Nonne con i nipoti, madri con i figli, amanti, ragazze, ragazzi, e perfino i bodyguard e anche i baristi cantavano e ballavano, in una folla varia, apparentemente diversa ma in fondo così simile. Così sognatori, così vulnerabili.
Perché è questo che Ultimo fa durante i suoi concerti: lascia che ogni persona si metta a nudo, come fa lui. Che le cicatrici si vedano, che vengano curate, lavate, viste da un’altra prospettiva. Abbracciate. Amate.
Ultimo non si arrende alla pioggia. Una canzone dopo l’altra, a partire da “Colpa delle favole” ha lanciato come con una mitragliatrice la sua poesia per finire con “Sogni Appesi”.
Ultimo soffre, urla sotto la pioggia. Non è un concerto parlato: è un concerto ballato, cantato e sudato.
È il suo secondo sold out a San Siro in questa stagione. Un San Siro che resterà nella sua storia, che avrà un posto nel suo cuore. È la data in cui ce l’ha fatta, lui solo, come tutti noi.
Con un po’ di sarcasmo, durante il concerto, ha ricordato che la tribuna stampa non era così piena. Ma a lui, davvero, non importa.
La scaletta lascia spazio a tutto, a mille tematiche, tra il vecchio e il nuovo: da “Peter Pan” a “Bella davvero" regalandoci anche brani non in programma, tra cui “Stasera e “Cascare nei tuoi occhi” e una nuova versione du "Giusy" da pelle d'oca.
Lui solo, sotto la pioggia, al pianoforte, a “strimpellare”, come ha detto lui, come se fosse a casa sua… “Vediamo che succede”.E la magia è successa. Tutti in silenzio, rigoroso. E San Siro si è fatta dimora.
Il concerto di ieri è perfettamente riassumibile nel testo della sua stessa canzone “Rondini al guinzaglio”:
"Dove il cielo si muove se lo guardi attentamente
Dove basta un minuto intenso per vivere sempre
Dove piove ma tu esci per bagnare la mente
Perché se la vita è nostra non ci ostacola niente"
Perché tutti coloro che dicono che Ultimo non vale, che canta solo canzoni tristi, non lo hanno mai visto in concerto.Non hanno mai vissuto un “minuto intenso per vivere sempre”.
E questa seconda tappa a San Siro ha avuto una marcia in più: "ha bagnato le menti".
ALICE CANTÙ
DIVINAZIONE MILANO SRL
Ufficio Stampa, Radio, Tv, Web & Social Network
Via Andrea Palladio n. 16 - 20135 Milano
Tel. 0258310655 mob. 3925970778







Commenti