L’autunno è, un po’ come la primavera, la stagione in cui ogni venerdì mattina le caselle di posta di chiunque bazzichi nella musica si riempiono di comunicati stampa che annunciano l’uscita di decine di nuovi dischi. È un bel caos, il mondo della musica oggi, e probabilmente non è vero che si stava meglio quando si stava peggio: in fondo quest’anarchia popolata da una valanga di proposte di ogni genere e di ogni livello ha il suo fascino. Il problema è che è sempre più complesso riuscire a districarsi al suo interno. Però ci proviamo.
È un consiglio prezioso quello che i PopForZombie danno nel titolo del loro ultimo album: “Ricordati di vivere”. Dodici canzoni in cui un’indole pop acustica dall’anima delicatissima sposa una scrittura poetica e intelligente dando vita a un mondo sonoro inusuale e decisamente intrigante che si muove in punta di piedi e sa coniugare melodia, finezza e contenuti mai banali.
“Buonanotte Berlinguer” di Cigno è come un incubo post-moderno che fotografa in modo tremendamente incisivo, con suoni taglienti e parole abrasive, la follia del mondo contemporaneo. Quaranta minuti di musica totalmente destrutturata, fra rumorismo, sfuriate post-punk e momenti di pura schizofrenia sonora che danno corpo a una sorta di “Guernica” del tempo presente.
Ha ormai imboccato la strada del pop spudorato e dei lustrini, La Rappresentante Di Lista, ma con il nuovo album intitolato “Giorni felici” conferma di averlo fatto con grande personalità e consapevolezza, con un gusto per nulla scontato e soprattutto con l’atteggiamento di chi, come si diceva negli anni ’80, sa di ballare aspettando che cada la bomba, senza rinunciare alla rabbia, all’amarezza e all’ironia.
Ha scelto un approccio particolarmente filosofico ma per nulla autocompiaciuto, Beatrice Antolini, per il suo primo album in italiano. “Iperborea” è infatti un lavoro incentrato su una serie di riflessione sull’esistenza umana incastrate però in un contesto musicale estremamente concreto, con un connubio di rock, elettronica, pop urbano e canzone d’autore dall’approccio anni ’90.
Ci sono il suono austero del pianoforte, il bisogno di mettere in fila pensieri pesanti come macigni e atmosfere solitarie, al centro de “La fretta e la pazienza”, il nuovo album di Olden. Un album pensoso dai toni notturni e dal fascino solingo che, accompagnato da suoni scarni e gravi, si addentra senza timori fra malinconie e riflessioni amare con cui non ci si può confrontare a cuor leggero.
È una canzone d’autore dal gusto caldo e l’abito retrò, quella portata in scena da Paolo Antonelli (già leader dei Pablo E Il Mare) con il suo “Moka blues”. Nove canzoni dall’anima jazzata che sanno raccontare storie con garbata malinconia e costruiscono un percorso musicale raffinato fra sprazzi di bossa nova e atmosfere da night club parigino dei primi del ‘900.
Affonda le radici nel rock più acido degli anni ’60 e ’70, “Aquasius”, il disco che segna l’esordio solista di Filippo Dallinferno dopo diverse esperienze come chitarrista all’interno di progetti. Un album variegato il cui filo conduttore, fra svisate blues, slanci psichedelici e distorsioni rock, è proprio il suono della chitarra elettrica in tutte le sue sfaccettature, con un particolare amore per quelle più sanguigne.
Roberto Bonfanti
[scrittore]
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