Si avvia alla conclusione un’estate in cui la musica sembra avere tristemente fatto notizia solo per il gossip vuoto e le polemichette sterili. D’altra parte viviamo un’era in cui il rumore di fondo, in ogni ambito, sembra contare più della sostanza. “Così vanno le cose”, cantava qualcuno. Su queste pagine però, per fortuna, continua a esserci spazio solo per i contenuti, dunque ecco sei album che vale la pena ascoltare in questo inizio di settembre.
Suona come la cattiva coscienza della nostra epoca malata, Battista. Un artista dallo sguardo arguto e dall’approccio orgogliosamente disturbante che, con il nuovo album intitolato “La fogna del comportamento”, prende a calci nel basso ventre le piccole e grandi ipocrisie della nostra società per poi sputargli contro a suon di distorsioni catartiche, tonnellate di sarcasmo e furore post-punk. Una conferma spiazzante per una delle menti più attente e provocatorie dell’attuale panorama musicale italiano.
Sono passati nove anni fra il precedente album di inediti di The Niro e il nuovo “Un mondo perfetto”. Un tempo lunghissimo da cui il cantautore romano riemerge con un disco dal gusto internazionale in cui intimismo, melodia e psichedelia sanno trovare un proprio equilibrio per valorizzare la voce limpida dell’artista insieme e la sua scrittura eclettica dal sapore buckleyano.
È purtroppo raro, di questi tempi, sentire cantare di globalizzazione, di diritti sociali, di precariato, di fariseismi politici e di asservimento al dominio dei mercati. Federico Marchioro, con il suo “Amore e guerra a Berlino”, sceglie di farlo in modo coerente attraverso un album da classicissimo cantautore rock anni ‘70 nella forma ma estremamente attuale nei contenuti, intriso di amara ironia, realismo e lucidità.
C’è una calda brezza estiva venata di gioventù e malinconia ad accarezzare le tracce di “Maxi Gusto” de Il Cairo. Un lavoro stratificato, colmo di melodie immediatissime e ritornelli ammiccanti ma pervaso anche da un’eleganza inusuale. Un album che si muove in modo personale fra synth-pop e indie presentandoci un artista capace di risultare potenzialmente popolare senza cadere nei cliché.
È una sorta di teatro rock-blues d’autore che spazia fra ombre, melodia e riflessioni inquiete venate da una punta di cinismo poetico, quello portato in scena da Christian D’Oria con il suo “Bile”. Un esordio maturo e consapevole che alterna momenti enfatici ad altri più intimi senza mai perdere di vista lo spirito irrequieto che lo anima ma senza mai nemmeno rinunciare alla giusta dose di immediatezza.
Sta diventando corposa, la discografia di Giancarlo Frigieri, nome storico della scena emiliana fin dagli anni ’90 che con il nuovo “Qualcuno si farà del male” conferma la sua vena da autentico folk-singer che ricama storie decadenti di provincia attorno a una scrittura minimale con la chitarra sempre al centro della scena. Un disco che scorre sottovoce ma porta con sé racconti pieni di vita.
Roberto Bonfanti [scrittore] www.robertobonfanti.com
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