Giovedì 9 febbraio alle 18:30 presso la Galleria 70 (Via Pietro Calvi, 2) si terrà un incontro al quale prenderanno parte l'artista Cinzia Fiorese e il gallerista Eugenio Bitetti.

L'incontro, promosso dalla Galleria 70 in concomitanza con la personale di Cinzia Fiorese La luce, si propone piuttosto provocatoriamente di inquadrare l’eventuale ruolo, nella scena contemporanea, di una pittrice che con le sue tavole in pioppo preparate a imprimitura e realizzate con velature di tempera, foglia d’oro zecchino e grafite, opera secondo i modi e i tempi di un’arte del lontano passato, su dipinti che necessitano di circa quattro mesi ciascuno per essere ultimati. È evidente che un’artista simile si pone consapevolmente al di fuori del cosiddetto mercato dell’arte, e che il suo lavoro si rivolge a chi acquista un quadro per l’esclusivo piacere di guardarlo e non certo per tentare un investimento. Una tale distanza dalle regole del settore oggi comunemente accettate fornisce lo spunto per alcuni interrogativi. Ad esempio, se una condotta quale quella della Fiorese sia confacente alla professione di artista o vada oggi inclusa in una categoria a sé stante; oppure cosa sarebbe oggi di Vermeer e Leonardo con la loro trentina di opere realizzate in una vita o di Caravaggio con le sue 78; o ancora, come la necessità di mantenere in piedi un sistema più o meno planetario di domanda indotta e offerta si concili con il precipuo carattere tendente al sublime dell’esperienza estetica, al cui appagamento tale sistema dovrebbe corrispondere con le sue proposte. L’impatto sull’ambiente causato dalla proliferazione dell’arte contemporanea, dai suoi materiali e dalle dimensioni spesso assai ingenti dei suoi prodotti, sarà discusso in altra sede.
Cinzia Fiorese è nata a Bassano del Grappa nel 1974. Conseguito il diploma di stilista nel 1993, ottiene nel 1997 la borsa di studio Erasmus e va a frequentare la University of Fine Arts di Cardiff. Allieva di Riccardo Guarnieri ed Ennio Finzi, nel 2001 si diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia e incomincia a perfezionarsi nell’arte dell’incisione, mettendo a punto una personale versione della tecnica del baren, o cucchiaio giapponese Dotata di personalissimo talento e sostenuta da una grande abilità tecnica, dopo la partecipazione a diverse rassegne collettive (Canali/Canales, Facultad de Bellas Artes, Madrid, 2001; Biennale dell’Incisione Contemporanea, Mirano, 2004; L’Arte e il Torchio, Cremona/Cracovia, 2005) nel 2006 espone in una prima personale con la mostra Variazioni per Archi alla Galleria 70, che la presenta ancora, con opere a tempera e foglia d’oro su tavola, nel 2007, nel 2009, nel 2013 e nel 2017. Da segnalare, nel 2010, la personale al Museo di Bassano del Grappa. Recente è la partecipazione alla rassegna Sensorama – Da Magritte alla realtà aumentata, al MAN – Museo d’Arte di Nuoro. Vive e lavora a Rosà in provincia di Vicenza.
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