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Oggi vi segnaliamo una nuova mostra collettiva: "Playground".
Mostra che riunisce le opere di quattro giovani artisti: Carlos Hache, Giulio Noccesi, Marco Sandreschi, Fabiano Vicentini.
Aperta dal 7 marzo al 10 Aprile 2024 presso Candy Snake Gallery a Milano.
Giovedì 7 marzo dalle 19:00 alle 21.30 ci sarà l'inaugurazione della mostra.
Le opere in mostra sono accomunate da un approccio tra il ludico e il metafisico, in cui la stilizzazione delle forme riporta ad una dimensione insieme ironica ed enigmatica.
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I soggetti delle opere di Carlos Hache (nato nel 1990 a Madrid, dove vive e lavora) sono l’essere umano e la natura, rappresentati attraverso la semplicità dei colori primari e l’essenzialità grafica delle linee. Nelle sue opere Hache delinea uno spazio dall’atmosfera calma e pacificata, in cui le figure umane convivono adattandosi e relazionandosi con amore e rispetto. La sua produzione è caratterizzata da una peculiare sintesi delle forme, spaziando dai dipinti su carta alle sculture in ceramica.
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La ricerca pittorica di Giulio Noccesi (nato nel 1996 a Firenze, vive e lavora a Torino) parte dal contrasto tra l'eredità seriosa della pittura italiana prerinascimentale e la giocosità dell'illustrazione per l'infanzia. La necessità di far convivere gioco e solennità porta alla distorsione delle forme raffigurate e all'inserirsi di elementi surreali. Rappresentazioni legate alla quotidianità si fondono con colori e visioni appartenenti al gioco e alla fantasia, il tutto con un linguaggio pittorico che cerca l’accordo tra elementi contrastanti.
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I lavori di Marco Sandreschi (nato nel 1996 a Lucca, vive e lavora a Firenze) uniscono lo stile tipico dell’illustrazione, minimale e stilizzato, con la tradizione della pittura di paesaggio. Fra le ispirazioni ci sono i grandi paesaggisti medievali fiamminghi ed italiani, ma anche artisti più recenti come Prampolini, Pericoli, Steinberg e Salvo. L’intento dell’artista è quello di creare nuovi spazi che abbiano capacità narrativa. In altre parole, Sandreschi vuole realizzare l’idea di un paesaggio che sia lontano dalla realtà , sospeso ed eterno, quasi misterioso. L’osservatore così non si concentra su un solo soggetto ma sulla disposizione di più elementi che tutti insieme dialogano fra loro. Lo spazio quindi non è rappresentato ma usato per creare un ambiente che tiene insieme tutti gli elementi in un policentrismo dove tutti i soggetti hanno la stessa dimensione indipendentemente dalla prospettiva.
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Nella pratica artistica di Fabiano Vicentini (nato nel 1993 a Verona, vive e lavora a Venezia), convergono pittura e disegno, fondendosi in un singolo linguaggio visivo. Da diverse fonti di ispirazione, si sviluppa una narrazione frammentata, dove i soggetti si ripetono, si intrecciano e si mescolano, seguendo ritmi e strutture uniche. In questo contesto, i temi predominanti sono il gioco e la geometria. Le immagini che emergono da questo processo si manifestano attraverso la materia pittorica, sfiorando il confine tra rappresentazione figurativa e astratta. Nel complesso, si crea uno spazio di associazioni libere in cui simboli, linee e forme volumetriche si combinano per costruire un linguaggio che si presta a diverse interpretazioni.
Chiara Veronese
Divinazione Milano
Redazione Blog Rock Targato Italia