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Progetto multimediale “Il Senso del Suono”  8 luglio alla Casa della Musica di Parma

  • francescocaprini
  • 12 giu
  • Tempo di lettura: 5 min

Roberto Manfredi
Roberto Manfredi

Nella mia rubrica ho l’occasione di parlare di dischi di concerti, In questo articolo invece segnalo una interessantissima rassegna organizzata il prossimo 8 luglio a Parma. Sono con Roberto Manfredi, musicista, regista e direttore artistico di numerosi e autore televisivo di eventi musicali, che ci presenta il suo progetto multimediale “Il Senso del Suono” che contempla saggi musicali, due album discografici, un docufilm e l’omonima rassegna musicale che si terrà il prossimo 8 luglio alla Casa della Musica di Parma. 


“Da quanto tempo ti dedichi a questo progetto?”

“Nello specifico da due anni e mezzo, anche se la ricerca e lo studio del Suono, mi ha accompagnato fin da quando a ventitrè anni sono entrato nell’industria discografica, passando per anni, giornate intere negli studi di registrazione. Due anni fa scrivendo il mio ottavo saggio “La musica del Futuro” pubblicato da Tempesta Editore, ho riscoperto il fascino del Suono nella musica strumentale. Dal libro, ho realizzato un docufilm dal titolo. “ArmonIA”, in cui si racconta la profonda interazione tra la creatività umana e la tecnologia, a partire dagli studi di Fonologia della Rai di Milano e dallo studio di Colonia di Karlheinz Stockhausen fino alla scienza generativa di oggi. Un progetto fantastico che ho realizzato con la collaborazione di 5 atenei italiani, tra i quali lo Iulm e il Politecnico di Milano e Tor Vergata di Roma. Già che c’ero ho realizzato la colona sonora de docufilm avvalendomi di nuove tecnologie di registrazione e di importanti collaborazioni tra musicisti quali Patrizio Fariselli, Andy dei Bluvertigo, Paolo Baltaro pubblicando il cd “Machine Symphony” con il mio nome d’arte Manfreud, con l’etichetta italo-inglese Banksville Records. Nell’ottobre dello scorso anno, ho pensato di raccogliere queste tre esperienze con una rassegna live che si è tenuta alla Casa della Musica e alla Casa del Suono di Parma, nella quale hanno partecipato molti musicisti che hanno collaborato al disco, come Patrizio Fariselli e il gruppo S.A.D. O di musica contemporanea.  Il prossimo 8 luglio sempre alla casa della Musica si terrà la seconda edizione con un cast davvero prestigioso: Markus Stockhausen, figlio di Karlheinz, Patrizio Fariselli storico co-fondatore degli Area, Alireza Mortazavi il miglior solista iraniano dello strumento santur e Luca Formentini chitarrista e compositore di musica elettronica. Prima del concerto previsto per le 21.00 circa, proietteremo il docufilm “ArmonIa” che contiene anche una lunga sequenza inedita di Karlheinz  Stockhausen registrata alla fine degli anni ottanta nel suo studio di Colonia. Sarà emozionante rivedere docufilm insieme al figlio Markus, che lo vedrà per la prima volta. Non vedo l’ora! Dulcis in fundo nel corso dell’anno usciranno il mio nuovo saggio “Sound ( nel labirinto del suono) ” e il mio secondo album discografico “Humanoid in a coma” per l’etichetta M.P.  & Records di Vannuccio Zanella, nel quale il Suono è il protagonista assoluto.

Markus Stockhausen


Progetto ambizioso in una epoca dove tutta la comunicazione è assorbita dalla canzone Pop. Esiste ancora un pubblico appassionato alla musica strumentale e al fascino del suono?

Assolutamente si, anche se dalla mia generazione analogica Hi-FI, si è passati con estrema rapidità alla generazione digitale del WI-FI, nella quale il Suono è stato impoverito soprattutto dalle piattaforme streaming come Spotify, che dovendo caricare milioni di brani costantemente, hanno compresso il suono al punto da distruggere la dinamica, scatenando la cosiddetta war loudness, cioè l’aumento del volume come unica risorsa sonora. Ma se pensiamo che l’udito è il primo senso che percepiamo, addirittura prima di nascere, cioè nelle acque materne, il fascino del suono è indistruttibile, anche se minacciato dal rumore di fondo della canzone pop mainstream. La mia è stata una scelta di campo e un atto terapeutico insieme. Progressivamente ho ridotto l’ascolto delle canzoni dedicandomi totalmente alla musica strumentale, nella quale il suono è l’elemento fondamentale, che si tratti di musica sinfonica, etnica, elettronica o di colonne sonore per film. Il mio caro amico Fabrizio De Andrè mi diceva spesso: “La canzone ha troppi lacci: la stesura, il ritornello orecchiabile, il testo comprensibile, il suono tipico da FM, la durata che deve essere sotto i quattro minuti, etc. La musica strumentale invece è molto più libera e ti consente un’espressione artistica infinita”. Aveva assolutamente ragione. Devo confessarti che anche dal punto di vista terapeutico, riscoprire la bellezza del Suono aiuta non solo a conoscere meglio la musica, ma anche tutto il nostro apparato emozionale. Spesso dimentichiamo che il nostro apparato uditivo è naturalmente olofonico, cioè siamo in grado di percepire il suono a 360 gradi, da ogni direzione provenga, da sotto, sopra, dietro, davanti e di lato. Riscoprire il fascino del Suono significa anche riscoprire noi stessi.


“Non pensi che la tecnologia in questo senso sia una minaccia più che una risorsa? Mi riferisco ad esempio all’intelligenza artificiale 

Nel mio docufilm ho approfondito il tema cercando di dare una risposta esaustiva. Non è mai il mezzo in sé negativo o positivo, quanto l’uso che se ne fa. Stockhausen componeva musica usando oscillatori di frequenze e disponendo le macchine di riproduzione sonora in spazi e distanze differenti. Lo stesso facevano compositori come Berio e Maderna.  John Cage ha cambiato il suono del pianoforte con il suo pianoforte preparato, inserendo elementi e oggetti di ferro, plastica, metallo nella cordiera del piano, per ottenere un suono totalmente diverso anche tra le diverse ottave della tastiera. Gli eredi della musica concreta ed elettronica sono stati Brian Eno, Thom Yorke, i Massive Attack, senza dimenticare le esperienze di musicisti come Vangelis, Sakamoto, Laurie Anderson, tanto per fare alcuni esempi. La macchina del suono, se addestrata dalla creatività umana, potenzia la nostra sensibilità, non la riduce.. Io stesso ho composto nei miei dischi alcuni brani avvalendomi della scienza generativa. E’ stato un giovane docente dell’Università degli Studi di Salerno, Francesco Bardozzo, in arte Oberlunar, ad aprirmi la mente. L’importante è educare gli algoritmi secondo la nostra sensibilità.  Se invece usi l’AI come un comune software di plagio, non crei nulla ma anzi rubi la creatività umana altrui. Questo è un pericolo serio, e mi riferisco a piattaforme come Suno, ad esempio, che sono veri e propri strumenti di plagio. La tecnologia non ha emozioni. Fortunatamente non esiste nessun computer All 9000 che ha inventato Stanley Kubrick. Quella è fantascienza. Noi ci occupiamo di scienza ma l’emozione resterà per sempre il nostro pane.


L’ appuntamento è l’8 luglio dalle ore 21.00 presso La Casa della Musica di Parma. “Il Senso del Suono” (seconda edizione)  è in prevendita a questo link.


L’organizzazione è di Associazione Esplora con il contributo del Comune di Parma e Fondazione Cariparma. La direzione artistica è di Manfreud.


Francesco Caprini

per Rock Targato Italia e IlGiornaleOFF

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