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Concerto Casinò Royale allo Sherwood. Articolo di Fabio Pigato

  • francescocaprini
  • 1 lug
  • Tempo di lettura: 3 min

FUMO 2025: la Navicella dei Casinò Royale è ripartita.


Sherwood 14 giugno 2025. Nessuna nostalgia, solo evoluzione. Cronaca di un live che scompone le certezze e rimescola i bit del cuore.


1995 è l’anno astrale.2025, l’equipaggio sta ancora cercando di comunicare il suo messaggio.

Era appunto il 1995 quando vidi per la prima volta i Casinò Royale. Ero uno studentello poco convinto del corso scelto, e loro atterrarono come una navicella fuori rotta a illuminare una delle mie giornate (non) dedicate allo studio. Si trattava del tour di Sempre più vicini, e Giuliano Palma faceva ancora parte dell’equipaggio. Suonarono in un piccolo teatro a Padova, lo stesso dove al mattino seguivo le lezioni di storia.Ho ancora vivo il ricordo di quell’esibizione, del mio stupore e delle porte multidimensionali che mi si aprirono davanti. Tanto che, finito lo spettacolo, andai a fare quattro chiacchiere con Alioscia per parlargli dello sfasamento temporale in cui versavo per merito suo.


14 giugno 2025. I Casinò Royale suonano allo Sherwood Festival di Padova.Ancora la stessa città, ma in un contesto più ampio. Uno degli ultimi avamposti culturali indipendenti, che ogni anno, per un mese, inonda la città di musica, parole e vibrazioni accessibili a tutti.


Domanda: me li potevo perdere? Risposta: assolutamente NO!

Sono passati trent’anni. Non siamo più ragazzi, anche se restiamo disorientati come satelliti fuori orbita, incapaci di decifrare pienamente quello che ci circonda. Viviamo in una fase storica in cui la guerra sembra essersi trasformata in sottofondo costante dell’umanità.

Prima di loro, a scaldare i motori, salgono sul palco gli Studio Murena: sei giovani musicisti milanesi, formatisi nel 2018. Un collettivo affilato e tecnicamente preparatissimo, che naviga tra jazz, rap e suggestioni elettroniche. I loro testi sono visioni ansiose su un futuro incerto, e poco accogliente, per chi vuole vivere di musica. Un mondo dove l’esposizione costante e la misurazione tramite numeri fittizi schiacciano spesso l’autenticità di ciò che si crea.

Dopo circa un’ora di set, si apre il portale d’ingresso: è il momento dei Casinò Royale.

La formazione si è trasformata nel tempo, mutata come un organismo adattivo. Oggi troviamo: Alioscia (voce), Patrick "Kikke" Benifei, aka Pat Cosmo (tastiere, voce), Geppi Cuscito (basso elettrico, chitarra, sintetizzatori), Lillo Dadone (batteria).A bordo, anche se non fisicamente sul palco, c’è la voce magnetica di Marta Del Grandi che interpreta Sono già scorpione, uno dei primi brani tratti dal loro ultimo viaggio discografico: Fumo.

C’è spazio anche per i classici del passato, ma aggiornati, hackerati, riplasmati. Suoni sintetici, bassi profondi come buchi neri. Nessuna nostalgia gratuita, nessun tentativo di replicare il passato in loop: solo un’evoluzione continua. E questo, sì, è il tratto dei veri esploratori.Troppo avanti nel 1995, troppo avanti nel 2025. Bisogna immergersi nei loro testi e nelle loro onde sonore, lasciandosi guidare. Solo così si può essere teletrasportati nel loro anno astrale.

Ma i Casinò Royale non sono solo musica. Tra un brano e l’altro, Alioscia ci lancia segnali, interrogativi aperti. In questo tempo disturbato da guerre onnipresenti, riusciamo davvero a capire dove stiamo andando? Possiamo evitare di dividerci in tifoserie ideologiche che  aggiungono ulteriore carburante al conflitto?La risposta è una: comunicare.Comunicare tra esseri umani, tra generazioni. La presenza degli Studio Murena come opening act è anche un messaggio in codice: passaggio di testimone, dialogo tra frequenze.Alioscia sintetizza tutto in una frase: “Salviamoci tutti o non si salva nessuno.”Da tenere stretta come una mappa stellare.

E poi succede.Riesco a provare nuovamente quello sfasamento temporale del ‘95. I loro suoni sono stranianti, affascinanti, mi spostano le coordinate. So già che avrò bisogno di più tempo, più ascolti, per metabolizzare tutto. E senza accorgermene, siamo già all’ultimo brano: una versione potentissima di CRX, tratta dall’omonimo disco del 1997. Canto il ritornello e mi scende quasi una lacrima.

Dopo qualche minuto di applausi, la band torna per i bis.E io penso:“Ci si rivede nell’anno astrale 2055, ragazzi”.


“Non abbandonateci”.


Fabio Pigato



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